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Piadina Romagnola: le varianti locali

La piadina romagnola è uno dei cibi più caratteristici dell'Emilia-Romagna, una regione del nord Italia famosa per la sua cultura culinaria. Tuttavia, non tutti sanno che la piadina romagnola ha anche delle varianti locali che variano da provincia a provincia.


Piadina Romagnola: le varianti locali

La Romagna è un territorio famoso per la sua cucina, ricca di sapori e specialità culinarie. Tra le numerose bontà che la regione offre, la piadina rappresenta uno dei simboli del territorio, tanto da aver ottenuto l'importante riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta). La semplicità degli ingredienti che la compongono insieme alla sua versatilità, ha reso la piadina celebre in tutto il mondo.

Ma quindi la piadina romagnola è uguale da tutte le parti della Romagna? La risposta è no. Quasi ogni luogo che si snoda nel territorio romagnolo ha una sua variante locale che la rende diversa l’una rispetto all’altra.
Quali (e quante) sono le varianti locali della piadina romagnola? Scopriamolo insieme.

Un’antica storia da raccontare

La piadina ha una lunga storia alle sue spalle; si sono trovate addirittura delle testimonianze che risalgono all’epoca degli Etruschi nel 1200 aC. Fu poi ritrovata nei piatti degli antichi Romani come piatto “nobile”, un piatto pregiato che veniva consumato negli strati alti della società. E così è stato fino al Medioevo.
Dal momento che gli ingredienti erano facili da reperire, ben presto anche i contadini iniziarono a consumarla diventando ufficialmente un piatto alla portata di tutti.

E’ per questo che esattamente come tutti i piatti che hanno una storia secolare da raccontare, anche per la piadina esistono diverse varianti locali (e a volte persino familiari) esattamente come accade per tutti i piatti “della tradizione”.

Le differenze principali

In linea generale, la differenza sostanziale delle varie piadine romagnole sta negli ingredienti nello spessore e nel diametro.

A seconda della regione in cui si trova, la piadina può essere grande o piccola, spessa o sottile, morbida o croccante.
Possiamo dire che non c’è una regola generale ma è praticamente confermato da tutti che la piadina è più spessa nelle zone del nord e più sottile nelle zone del sud.

Vediamo insieme le differenze tra la piadina tradizionale di Rimini e le altre varianti locali.

Piadina tradizionale di Rimini e varianti a confronto

La Piadina di Rimini e la piadina di Cesena:

Possiamo fare già una prima distinzione tra la piadina di Rimini e quella di Cesena.  Nonostante i pochi chilometri che separano le due città, si possono notare delle grandi differenze.

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione delle due piadine sono gli stessi, quello che cambia è la farina; nella piadina di Cesena si utilizza la farina di frumento anziché quella di grano tenero.

La piadina di Rimini, da tradizione, è leggermente più sottile con un diametro più grande che può arrivare fino a 40 centimetri. La sua consistenza è morbida e leggera, grazie all'utilizzo di acqua e strutto tra gli ingredienti che la compongono.

Al contrario, la piadina di Cesena si presenta solitamente più piccola e spessa rispetto alla versione riminese. E’ più alta e si distingue per il suo diametro medio. La farina di frumento conferisce alla piadina di Cesena un sapore più deciso e una diversa consistenza che sarà più soda e croccante. 

La piadina di Ravenna:

La piadina di Ravenna si caratterizza per la sua forma ovale e per il diametro che varia tra i 20 e i 25 cm.

Tradizionalmente, la piadina di Ravenna prevede l'utilizzo di farina di grano tenero, acqua, sale e olio extravergine di oliva. Alcune varianti possono prevedere l'utilizzo di latte o addirittura del lievito di birra.
La piadina di Rimini, al contrario, prevede l'utilizzo di strutto al posto dell'olio che la rende più morbida e leggera rispetto alla versione ravennate. Per rendere più croccante la superficie, si può anche utilizzare il miele.

La piadina di Forlì:

Il diametro medio della piadina di Forlì è uguale alla versione ravennate.

Tuttavia, a Forlì è diffuso l'uso del latte, che conferisce alla piadina una consistenza più morbida e delicata rispetto alle altre varianti.

I falsi amici: La crescia di Urbino

La crescia di Urbino può sembrare un’altra variante della piadina ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze; la crescia non è una piadina! La profumata e fragrante crescia sfogliata di Urbino è un’eccezione che conferma la regola.

E’ una specialità marchigiana molto apprezzata già alla corte di Urbino nel XV secolo nonché una parente molto stretta della piadina di Rimini ma si differenzia per l’impasto, arricchito con uova e pepe che la rende gustosa e saporita. Gli ingredienti cardine della crescia di Urbino sono il pepe e lo strutto. E sono proprio questi che le conferiscono quella consistenza morbida e accattivante. 

Per concludere…

Ovviamente, queste non sono regole matematiche; proprio perché le differenze tra le piadine  sono tante, le eccezioni sono la regola! Per il riconoscimento IGP è importante la collocazione geografica che comprende appunto le province di Rimini, Forlì/Cesena, Ravenna fino a Bologna.

 

 


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